Breve biografia della Madre Fondatrice Suor M. Antonia Lalìa del S. Cuore di Gesù.
La Serva di Dio Suor M. Antonia Lalìa del S. Cuore di Gesù (1839‑1914) nacque a Misilmeri (Palermo) il 20 maggio 1839 e il giorno seguente, al Sacro Fonte le fu imposto il biblico nome di Rachele.
Risiedendo la famiglia a Palermo per ragioni di lavoro del padre magistrato, la fanciulla, essendo di salute gracile, nel 1854 fu affidata al Collegio di Maria di Misilmeri, diretto dalle monache domenicane per proseguire gli studi. In questo ambiente sbocciò in lei la vocazione alla vita religiosa e, due anni più tardi, nello stesso Monastero, vestì le bianche lane di San Domenico assumendo, come nome di religione, quello della madre recentemente defunta, Maria Antonia, con l’aggiunta del possessivo “del Sacro Cuore”.
Un mese prima che terminasse il noviziato, con regolare dispensa, Sr. Maria Antonia del S. Cuore, nell’ottobre del 1857, emise la professione religiosa consacrando così tutta la sua vita al Signore.
Formatasi fedelmente alla scuola di San Domenico e di Santa Caterina da Siena, cercò di conformarsi a loro nella vita di preghiera, nell’umiltà, nello spirito di sacrificio, nello zelo per la salvezza delle anime nell’ansia di donarsi per loro fino al martirio.
Numerose grazie mistiche caratterizzarono il primo periodo della sua vita religiosa, tutta dedita alla preghiera ed alla penitenza e alla cura della vita regolare nel monastero.
Animata da un impulso che le veniva dall’alto, sentì che doveva prodigarsi per la salvezza delle anime e per corrispondervi fece tesoro di ogni mezzo e di ogni occasione che la provvidenza le andava offrendo.
All’età di 26 anni venne eletta all’unanimità superiora del monastero, ufficio che ricoprì per 24 anni continui.
In questo periodo si sentì ispirata a scrivere a Napoleone III per pregarlo di sostenere e difendere il Sommo Pontefice nell’esercizio del suo ministero di Pastore universale, contro gli attacchi delle varie potenze. Durante gli anni difficili del Risorgimento italiano e degli avvenimenti che portarono all’unità d’Italia, dovette sostenere dure lotte per difendere il Collegio di Maria, di cui era direttrice, contro i soprusi delle autorità governative nazionali e locali.
Il 2 maggio del 1877, la Serva di Dio mentre era in orazione davanti al Santissimo Sacramento, fu rapita in estasi ed ebbe l’ispirazione di pregare per la Russia e di scrivere allo Czar Alessandro II, perché le concedesse la facoltà di fondare un collegio di Maria a Pietroburgo per l’educazione cristiana delle bambine russe.
Cinque giorni dopo, un altro segno prodigioso fu visto dalla Serva di Dio come conferma dall’Alto che la sua aspirazione di andare in Russia veniva da Dio. Diventava così in lei profondo convincimento l’iniziale anelito ad andare in Russia, anelito che confermò personalmente con un voto e che l’accompagnerà per tutta la vita.
Nell’agosto del 1882 fu provvidenzialmente affidata alla direzione spirituale del domenicano P. Vincenzo Lombardo. Con la sua approvazione, nell’aprile del 1890,liberata dal suo ufficio di superiora – fatto che ella considerò provvidenziale – poté pensare finalmente all’attuazione del suo sogno missionario.
Il 10 gennaio 1891 assistette il proprio padre Vincenzo, che morì a Palermo e ne vide salva l’anima, quindi si preparò alla partenza per Roma, dove giunse ai primi di settembre del 1891, prima tappa ‑ ella pensava ‑ nel cammino verso la Russia.
Il primo pensiero alla Città eterna è legato ad alcune visioni del 1863 che le avevano aperto il velo del futuro, facendole presagire e presentire la sua futura missione di fondatrice.
Giunse nella città santa il 4 settembre 1891, priva di denaro, ma ricca di fede, totalmente abbandonata nelle mani della Divina Provvidenza.
Il 5 settembre, a S. Maria sopra Minerva, ebbe un incontro col Maestro del S. Palazzo Apostolico, il domenicano Padre Alberto Lepidi, il quale le rivolse le profetiche parole: “In Russia andranno le tue figlie, non tu. La tua Russia sarà Roma”. Egli, prese subito molto sul serio la Serva di Dio: ne provò la virtù, la illuminò nei suoi progetti, prese in seria considerazione le sue ardenti aspirazioni e le suggerì di fondare a Roma una Congregazione, nella quale formare future missionarie secondo la spiritualità domenicana e cateriniana.
Il 9 aprile 1914, nell’Istituto “Sacro Cuore” di Ceglie Messapico, alle ore 23, il Giovedì Santo, rese serenamente la sua anima a Dio, all’età di 74 anni, 10 mesi, 20 giorni, e 57 anni di professione religiosa.
Le venerate spoglie furono deposte nel cimitero comunale di Ceglie Messapico, dove rimasero fino al 22 luglio 1939. In tale data, trascorsi ormai venticinque anni dalla morte, la Congregazione, dopo aver reso il dovuto omaggio, fece traslare le spoglie mortali della Fondatrice dal cimitero di Ceglie Messapico a Roma e tumulate nella storica aula capitolare di San Sisto Vecchio il 22 luglio 1939.
Madre Fondatrice